Il paese
Parco Fluviale
Il parco fluviale nasce in seno all’accordo di programma per la costituzione dell’area protetta di Tepilora -
Rio Posada/Sant’Anna, tra la RAS, la Provincia di Nuoro, l’Ente Foreste e i Comuni di Posada, Lodè, Torpè e Bitti.
L'areale di Posada comprende lo stagno litoraneo del Rio Posada, dallo sbarramento dell’omonimo sino alla palude, adibita a peschiera.
I luoghi più suggestivi da visitare in canoa per la ricca avifauna sono le tre isole presenti lungo il rio:
Tuppone, Luritta e Maria Pisana. Altri luoghi magici sono le localitàCorcoeddu e il laghetto di Iscraios.
E' zona di particolare importanza per la vegetazione palustre, intatta, per l'avifauna che la popola, come i piro-piro,
gambecchi, fratini, i germani ecc. ma anche per la nidificazione, tra la vegetazione riparia di molti rallidi: porciglione,
folaga, gallinella d'acqua ed altri. In particolare si ricorda l’arrivo dei fenicotterirosa che popolano il rio durante il periodo invernale.
Storia
La presenza umana a Posada (sardo Pasada) si attesta già durante il Neolitico (4500-1800 a.C.).
Più chiare sono le tracce nell’età del Bronzo, durante il periodo nuragico, grazie alle tombe dei giganti (Paule Predu e Pilusinu) e ai tanti nuraghi
(Predu Pascale, Monte Idda, Pitzinnu, Mannu e Abbaìa).
Uno scavo archeologico in quest’ultimo sito portò alla luce ceramiche e soprattutto tre bronzetti di guerrieri con arco, ora conservati al Museo Nazionale
“G. A. Sanna” di Sassari. Altro oggetto in bronzo importantissimo per la storia di Posada è il cosiddetto “Ercole di Posada”
rinvenuto agli inizi del secolo XX ed ora conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
L’opera costituisce un esempio di scultura etrusco-italica (IV-II a.C.) e costituisce un’ulteriore indizio che l’antico centro
Pheronia di cui parla Diodoro si ergesse sulle coste posadine. Nel 1985 è tornato alla luce anche un insediamento di tarda età
romana, mostrando così una eccezionale continuità inseditiativa perpetuata in epoca giudicale sino ai nostri giorni.
Nel Medioevo il territorio posadino, incluso nel Giudicato di Gallura, fu conquistato dalla repubblica marinara di Pisa.
In questo periodo sorse il castello della Fava, costruito all’interno di un vasto progetto strategico che mirava al presidio
della costa e dell’entroterra, probabilmente all’inizio del 1200. Da allora Posada divenne la capitale economica, militare e strategica dell’intera Baronia
rappresentando sino all’epoca moderna un punto di riferimento fondamentale per tutto il territorio dell’alta Baronia.
Leggenda “Su casteddu de sa Fae”
La leggenda tramandata oralmente vuole che intorno al 1300 una flotta di Saraceni sbarcasse sulle coste di Posada. Essi,
data l'ostile conformazione del territorio, si resero conto che l’unico modo per rendere vincente
l'assedio fosse ridurre la popolazione alla fame.
Naturalmente non potevano sapere in quale situazione si trovasse realmente la popolazione posadina e perciò si
accamparono nella spiaggia in attesa di sviluppi.
Fu il panico: il Giudice di Gallura,
informato dell'assedio, sapeva che Posada non sarebbe mai riuscita a sostenere alcun tipo di combattimento.
Dopo tante proposte relative al tipo di atteggiamento da sostenere, ne arrivò una che si rivelò quella giusta:
fecero mangiare ad un piccione un pugno di fave, le ultime rimaste, lo ferirono leggermente e lo fecero volare
in direzione degli accampamenti nemici. Il piccione non resse il volo e cadde proprio nelle tende degli arabi,
i quali, incuriositi dallo strano gonfiore del ventre del volatile, lo aprirono e vi trovarono le fave.
Pensarono allora che, se la popolazione avesse così tanto cibo da poterne dare una enorme quantità a un animale,
non c'era alcuna possibilità di concludere l'assedio; i Saraceni lasciarono le coste e a Posada fu festa per giorni e giorni....
Ecco il nome “Castello della Fava”.