Il territorio
Come abbiamo visto nella città di Selargius sono state rinvenute testimonianze di insediamenti umani risalenti già all’ epoca nuragica e prenuragica, sono i villaggi di Su Coddu e di Matt’e Masonis, risalenti alla fine del quarto millennio a.C. e quello di Staineddu, sorto a metà del terzo millennio a.C. In periodo nuragico, tra il XIV e il X secolo a.C. , troviamo insediamenti abitativi anche nei siti di San Giovanni, Santa Rosa, Bi’ ‘e Palma, questi siti rimarranno abitati anche in epoca punica. A partire dalla seconda metà del III secolo a.C., la Sardegna subisce la dominazione romana, testimonianze di questa egemonia sono, a Selargius, il sarcofago custodito presso la chiesa di San Lussorio e alcuni capitelli e colonne della chiesa di San Giuliano, recuperati proprio da un edificio di epoca romana.
Al periodo medioevale risalgono le chiese romaniche di San Lussorio, del XII secolo, e di San Giuliano, costruita tra il XII e il XIII secolo. All’incrocio tra le strade provenienti da Quartu e da Monserrato si trova Sa Cruxi ‘e Marmuri, croce giurisdizionale gotico- catalana del XV secolo, mentre nell’attuale via Roma si trova il cosiddetto Carcere Aragonese, già residenza dei Marchesi di Quirra. Nella prima metà del Seicento viene costruita la chiesa della Beata Vergine Assunta, la cui veste esterna risale alla seconda metà dell’Ottocento, mentre la decorazione pittorica interna viene completata intorno al 1927.
La parrocchiale dell’Assunta ospita un ricco repertorio di opere d’arte e di alto artigianato realizzate tra i primi del Seicento e il XVIII secolo: campane, altari marmorei e lignei, il pulpito e il fonte battesimale, arredi, dipinti. Dell’architettura civile settecentesca selargina rimane la testimonianza dei portali della casa Rattu e della casa Perpignano, due importanti residenze cittadine.
Più recenti altre due architetture religiose, sorte entrambe su siti di antichi edifici di culto: la chiesa di San Salvatore, costruita intorno al 1900, e la chiesa di Sant’Antonio Abate, edificata nel 1950 con forme neogotiche.
Una citazione merita infine il complesso tardoottocentesco dell’ex distilleria di Si ‘e Boi, pregevole esempio di archeologia industriale in fase di recupero, che ospiterà il teatro di Selargius. La sua bella ciminiera, recentemente restaurata, è uno dei simboli più noti della città.