Il paese
Bari Sardo, paese di poco più di 4.000 abitanti, è situato sull'Orientale Sarda, a circa 130 Km da Cagliari, 187 da Olbia e 85 da Nuoro. Il territorio, di appena 38 Km2, per le sue vicende geologiche, presenta un piacevole avvicendamento di paesaggi coperti da colori e sapori della vegetazione mediterranea, ed occupa una posizione centrale, di prestigio nella corografia ogliastrina ordinata dalla natura come un anfiteatro.
La costa bariese, lunga circa 9 Km, inizia dalla incantevole località di Cea, spiaggia incastonata nella omonima insenatura con due scogli aguzzi di porfido rosso emergenti dal mare, continua con la basaltica "Punta Niedda", propaggine di un vulcano spento, per aprirsi alle larghe e spaziose spiagge a tessitura fine e ciottolosa di località "La Torre", fino alla marina di Cardedu. L'economia del paese si basa prevalentemente sull'agricoltura e sulla pastorizia; negli ultimi decenni ha avuto inizio la valorizzazione turistica, favorita da un mare più volte segnalato (Bandiera Blu) per la sua cristallina purezza ed una costa di chiara bellezza.
Si vanta di un ricco patrimonio di antichi resti della civiltà nuragica e conserva nell'abitato ancora tratti del centro storico, arricchito dalla chiesa Parrocchiale con i suoi pregiati marmi ornati da intarsi splendenti di madreperla e dal campanile riccamente decorato, in stile Barocchetto, che domina con eleganza e imponenza il Paese.
Barì, come veniva chiamato il paese, dalla radice mesopotamica" bar" e da "abbarì" (palude), con la costituzione del Regno d'Italia è diventato Bari Sardo. Il periodo prenuragico e nuragico è documentato dalla presenza di molti monumenti preistorici: menhirs, domus de janas, nuraghi e tombe dei giganti. La storia del periodo fenicio-punico-romano coincide con le vicende ogliastrine,testimoniate dalla presenza, ad appena 13 chilometri di distanza, del centro commerciale è portuale di "Solki" (l'attuale Girasole).
Con l'avvento del Cristianesimo sorsero numerosi villaggi intorno a chiese rurali: Sant' Antine, Santa Susanna, San Leonardo, Santa Cecilia. Successivamente le incursioni vandaliche ed arabe diedero origine alla nascita della villa di Barì, nell'attuale sito, a 4 chilometri dalla costa. Le prime citazioni si trovano infatti in due documenti medievali: il primo (XII secolo) per "coltivazione di cereali, grano ed orzo", il secondo (1316) per tributi che i bariesi pagavano ai pisani. Nel 1479 il paese cadde sotto il dominio spagnolo. Sullo scoglio della costa di Barì, per decreto di Filippo II, venne fatta costruire la torre, detta appunto " spagnola", in difesa della costa dalle frequenti incursioni saracene. Il periodo della dominazione di Casa Savoia, dal 1715 in poi, è contraddistinto da grandi problemi: mal governo, e esosi tributi e malaria. Nel 1800 il paese doveva comunque essere fiorente, se, insieme a Tortolì e Lanusei, aveva l'ambizione di diventare Diocesi d'Ogliastra.
La gastronomia locale è basata su piatti semplici ed essenziali, legati alle stagioni e ai ritmi agresti della civiltà contadina Si possono gustare i culurgionis (sfoglia piegata e chiusa a sacchetto con lembi decorati a spiga, riempita con patata, formaggio pecorino fresco e menta) e i tradizionali "malloreddus"(gnocchetti di pasta), mentre per i secondi piani raggiungono l'eccellenza la pecora e il porchette arrosto, con l'aroma del mirto. Di ottima qualità i prodotti del mare. Dal buon latte di pecora nascono preziosi e inimitabili formaggi tipici della produzione locale:
pecorino, ricotta. "casu ageru" e "casu marzu". Nella cucina bariese non mancano il pane casareccio (pane pintau. pitocca modoizzosu) e il profumato e colorato vino cannonali d'Ogliastra. Per i dolci tipici propone pabassinas, panisceddas, amarettus, cigiri pistidau, pardulas, gattou.