Il paese
Alà dei Sardi sorge a 663 metri s.l.m su un vasto altipiano caratterizzato da boschi di querce da sughero, lecci e roverelle, con una superficie di 188,60 Km². È inserito nella regione storica del Monteacuto e rappresenta il confine orientale tra quest'ultima e quelle della Gallura e del Nuorese.
La sua posizione geografica ha dunque consentito l'integrazione tra ambienti e culture differenti: da qui, infatti, passa la strada che, dall'antichità, mette in collegamento le aree costiere galluresi, soprattutto la piana di Olbia, con quelle dell'altipiano di Buddusò e Bitti.
Il territorio, come detto poc'anzi, è molto esteso (188,60 Km²), e confina a nord con Berchidda, Monti e Berchiddeddu (isola amministrativa di Olbia), a est con Padru e Bitti e a sud-ovest con Buddusò. I limiti amministrativi sono segnati da torrenti e, in particolare, quelli settentrionali dal rio S'Elene, affluente del fiume Coghinas.
Caratterizzano la regione le creste dei Monti di Alà, parte terminale di un rilievo, parallelo al corso del Tirso, che ha inizio nel Montiferru, comprende le montagne del Marghine e del Goceano e taglia la Sardegna settentrionale da sud-ovest a nord-est per circa 90 km, e che culminano con la Punta di Senalonga (1077 m di altitudine).
Conserva importanti siti archeologici di età nuragica (Su Pedrighinosu, Balare, Su Posidu, Malagarrucca, Sos Nurattolos, Chidade, Dolifichima, Alteri, Binioni, Boddò, Antoniarrù, Sas Tumbas, Intr'e Serra, Nuri, "Sa coveccada", "Padentes", "Malcheddine", "Fenidde", "Poddialvu", "Oisu") che testimoniano le sue antichissime origini. In località "Su linu" si possono trovare i resti di una chiesa sconsacrata dedicata a San Gavino, di cui rimangono in piedi due lati del perimetro murario, mentre in località "Sa raighina" rimangono sparsi per i campi i resti della chiesa che era dedicata alla Madonna, di cui oggi si può individuarne a malapena il luogo esatto in cui sorgeva.
In paese, invece, sono presenti dei pregevoli monumenti, costituiti per lo più da granito:
Il centro storico, costituito da case edificate a cavallo tra Otto e Novecento, sono realizzate in granito su uno o più piani, con tipologie piuttosto semplici (spesso comuni a quelle dei centri galluresi) anche se non mancano tentativi di ornamento nelle modanature di alcuni portali che alcune volte recano nell'architrave le iniziali del proprietario o del costruttore e l'anno di realizzazione dell'edificio. All'interno di questa cornice si trovano architetture civili come Su puttu 'e mesu idda (il pozzo del centro, utilizzato fino agli anni '60 del Novecento), il Vecchio Municipio e la Bicocca della famiglia Dessena.
Il Palazzo Corda o Castello, risalente al 1850, oggi di proprietà del Comune che lo utilizza come centro culturale. Sulla facciata principale è situato un murale, che ricorda l'ultima bardana (una sorta di saccheggio ai danni di famiglie nobili o benestanti) verificatasi in paese, la notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1870 e che vide contrapposti la popolazione alaese munita di sassi e fucili e i banditi a cavallo.
Le chiese di Sant'Agostino, edificata nel 1619 ed inizialmente dedicata alla Madonna del Rosario, e ricostruita nel 1880 dopo il crollo della medesima; San Giovanni Battista, del 1830 circa, Sant'Antonio, edificata nel 1931 dopo la demolizione dell'omonima chiesa sita di fianco alla parrocchiale; San Francesco, del 1906. Nelle frazioni esistono, per interessamento dell'Opera Pontificia, alcune Chiesette: San Giuseppe nella frazione di Badde Suelzu, Santa Maria a Mazzinaiu e San Giovanni in quella di Sos Sonorcolos.