Pro Loco di Buddusò



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Il paese



Il comune di Buddusò si trova al confine meridionale della provincia di Olbia-Tempio ed ha una superficie complessiva di 217 km² (di cui 90² km suolo comunale). Dal punto di vista orografico il paese si affaccia a nord sull'altopiano di Buddusò, verso il comune di Alà dei Sardi ed i suoi monti. Questo territorio è attraversato da due fiumi o torrenti: il Rio Mannu che alimenta prima verso ovest la diga di Pattada e successivamente si immette nel lago Coghinas ed il rio Altana che, correndo in senso orientale, si porta, prima di immettersi verso il Tirreno, ad alimentare la diga di Torpè. Dagli ultimi anni '10, al confine tra il territorio di Buddusò ed Alà dei Sardi, è presente una centrale eolica.

Verso sud ed est il territorio del comune di Buddusò alterna tratti pianeggianti a valloni ed alcune alture (con i suoi 1003 m, punta Sa Jone rappresenta la vetta più alta). Al confine con l'agro di Bitti, in località Sa Pianedda, nasce il fiume Tirso, che con i suoi 152 km rappresenta il fiume più lungo della Sardegna. Il Tirso, in agro di Buddusò, alimenta la diga di Sos Canales, e poi, nel suo cammino verso la foce sul golfo di Oristano, dopo aver attraversato il Goceano ed il Marghine, si versa nel lago Omodeo, uno dei maggiori laghi artificiali europei. Il fiume fu citato dagli autori greci Pausania e Tolomeo. Secondo il sito sardegnacultura.it, l'autore sardo Mario gli diede il suo attuale nome riferendosi a Tirso, figlio di Ercole, proprio in virtù delle sue dimensioni.

Dal punto di vista orografico il territorio buddusoino è ricco di granito, materiale lapideo che per decenni è stato fonte di una fiorente attività estrattiva ed utilizzato in tutto il mondo per la costruzione di diversi complessi architettonici e grattacieli. Attualmente, da circa dieci anni, queste attività estrattiva e lavorativa sono in fase di declino mentre il paesaggio ha subito delle gravi “ferite” che hanno sfregiato le bellezze naturali di alcuni luoghi.

Le specie vegetazionali arbustive più comuni sono: Il cisto (su mudeju), il corbezzolo (su lidone), la erica (s'iscopa), il biancospino (su kalarighe), la fillirea (s'aliderru), la ginestra(con spine-tiria, senza spine- mattigusa), il lentisco (sa chessa) e la lavanda (s'arkimissa), ecc.

Il territorio di Buddusò è ricco di testimonianze storiche ed archeologiche risalenti a varie epoche storiche e preistoriche: domus de janas, nuraghi, dolmen, e chiese campestri di origine medievale. All'interno del centro abitato architetture degne di nota sono villa Doneddu, costruita in stile neogotico, più tre palazzine di quattro piani costruite al centro del paese in stile liberty ed eclettico.

Il granito costituisce il materiale più utilizzato nelle architetture tradizionali. Il paese è stato coinvolto negli ultimi decenni da un elevato fervore edilizio, si sono costruite villette in periferia, mentre nella parte centrale del paese si sono sviluppati una serie di attività commerciali (bar, negozi, uffici) e si è ingrandita la casa di riposo per anziani con un parco tutto a fianco.

Dal punto di vista artistico, va segnalata un'altra peculiarità: Buddusò (un po' come i murales di Orgosolo) presenta all'interno del paese e nel suo museo di arte moderna numerose statue che vennero realizzate a cavallo degli anni 1980-2000 durante le sessioni annuali estive del Simposio del Legno e del Granito, in cui artisti provenienti da tutte le parti del mondo si cimentavano, nelle strade e piazze del centro cittadino, nel modellare in statue il legno e il granito grezzo di origine locale.

In diversi siti intorno al paese si trovano le domus de janas (case delle streghe), resti del periodo neolitico che sono strutture sepolcrali costruite nella pietra viva.

Il periodo nuragico (dal 1.800 al 300 a.C. circa) ha lasciato in eredità ai buddusoini vari nuraghi, tra cui il nuraghe Loelle, sito sulla statale per Bitti, a circa 7 km da Buddusò, caratterizzato dalla sua forma trilobata, dalla lavorazione dei conci, dai gradini e i corridoi che corrono sui due piani della struttura interna del nuraghe, per la garitta posta sulla sinistra dell'ingresso, per l'architrave sopra l'ingresso, esposto a sud-est, che con una piccola finestrella soprastante che sorregge e scarica il peso della pietra sui lati dello stesso ingresso. Caratteristico del nuraghe è anche una camera sottostante che forse aveva la mansione di cantina. La funzione di questo nuraghe forse la si comprende salendovi in cima, da dove la visuale a 360° è ampia e regolare, soprattutto sul versante dei monti di Alà, il che fa pensare che tale opera avrebbe potuto svolgere la responsabilità di mastio all'interno un villaggio antico. A fianco al nuraghe si trovano anche due piccole tombe dei giganti.

Un altro monumento nuragico importante è il complesso nuragico di Su Romanzesu, che sebbene si trovi in agro di Bitti dista da Buddusò meno di 15 km.

Le chiese principali sono la parrocchiale Santa Anastasia, la chiesa di Santa Reparata, la chiesa di San Quirico e la chiesa di Sant'Ambrogio







 

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